ConsulenTia19: nulla di nuovo?
Tre giorni a Roma per capire il futuro della consulenza finanziaria.
Infatti, non c’è spazio per le interpretazioni, quando dichiara che “il settore rischia una parabola discendente perché dovrebbe fare i conti con l’insoddisfazione dei professionisti e con quella dei clienti”.
La parabola discendente evocata dal presidente dell’Anasf, dovuta alla trasparenza dei costi e alla conseguente riduzione dei margini e ricavi, non si inverte solo con un aumento delle provvigioni ai consulenti, ma riteniamo, con il pieno riconoscimento dell’importanza sociale del ruolo del consulente.
In pratica, il consulente guadagna di più perché ha più tempo da dedicare alla ricerca di clienti a cui può vendere più servizi, non solo quelli finanziari tipici del promotore finanziario, ma anche servizi bancari per le aziende, polizze assicurative, consulenza patrimoniale.
“Vendo cose diverse ai clienti che ho per giustificare il costo della consulenza.
Vendo cose diverse per trovare nuovi clienti.”
banche che, avendo il controllo delle reti, sostituiscono così dipendenti con agenti.
Nulla, invece, sul consulente del futuro, sul ruolo strategico del consulente e sulla possibilità di inserire giovani in questa professione.
Abbiamo sentito le stesse ricette degli anni passati, senza rendersi conto che nel frattempo il contesto è cambiato, e continuerà a cambiare velocemente. Questo è quello che abbiamo raccolto parlando con i consulenti presenti, che si sono stupiti di come in momento delicato come questo, in tre giorni di congresso, sono stati dedicati ai temi strategici sul futuro della professione solo mezza giornata, mentre il resto del tempo è stato dedicato a strumenti, strategie e trend di mercato che, probabilmente, sono temi che interessavano principalmente agli sponsor dell’evento.
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