LA CONSULENZA È DIGITALE.
Le indagini confermano la preferenza per i canali digitali.
Abbiamo più volte affermato che la rivoluzione digitale impera su di noi e non possiamo far altro che cavalcarne l’onda.
Infatti, sempre più servizi e sempre più strumenti stanno nascendo anche nel settore della consulenza finanziaria e ne siamo fautori entusiasti! Una presa di coscienza supportata negli ultimi anni da indagini delle società di consulenza internazionali più autorevoli.
Iniziamo da un sondaggio condotto da Ernst & Young, in cui sono analizzate le preferenze dei consumatori rispetto a tre parametri di valutazione: engagement, rendimento finanziario e fiducia.
Il coinvolgimento, o engagement, viene valutato in base alla qualità delle informazioni, all’utilizzo dei canali digitali e dalle funzionalità dei servizi fai-da-te. Le prestazioni finanziarie, come anche da noi più volte affermato, hanno rilevanza quando sono supportate da una chiara pianificazione finanziaria basata su obiettivi di vita e qualità dei prodotti offerti. Infine, la base per la fiducia dei consumatori è data da trasparenza, sicurezza e riservatezza. Per quanto ci riguarda, niente di nuovo all’orizzonte.
Noi affermiamo e condividiamo questi principi e spingiamo per la concreta applicazione della MiFid II già da tempo.
Sempre l’indagine di Ernst & Young afferma che il 59% degli intervistati ha una chiara preferenza verso il canale digitale per ricevere consigli. Finalmente il cambiamento di paradigma è in atto soprattutto dal lato della domanda.
La previsione della società di consulenza strategica è chiara: i vecchi modelli di business, basati su servizi tradizionali perderanno quote di mercato nei prossimi dieci anni. Mentre, emergeranno sempre di più modelli di business digitali dedicati alla consulenza patrimoniale olistica.
Il 59% degli intervistati ha una chiara preferenza verso il canale digitale.
Anche la recente indagine di McKinsey, analizzata dal Il Sole 24ore, conferma quanto precedentemente affermato.
In particolare, si riferisce ai clienti affluent, ossia coloro che hanno asset finanziari compresi tra i 50.000 e i 500.000 euro. Tale segmento di mercato vorrebbe fortemente un maggiore utilizzo delle piattaforme digitale affiancate agli strumenti tradizionali.
Parliamo, infatti, del 70% di risparmiatori disposti all’uso di canali online per l’acquisto di prodotti finanziari. A fronte di una forte richiesta, emerge dalla ricerca un bassissimo tasso di soddisfazione da parte dei clienti (anche italiani), in quanto l’offerta di consulenza online non rispetta le attese dei clienti.
Peraltro, in Europa la media della gestione dei portafogli e dei risparmi in modalità prettamente digitali raggiunge il 36% contro il 13% dell’Italia.
Infine, ma non per ultimo, il 50% dei clienti affluent è disposto a pagare una commissione per poter usufruire dei servizi di pianificazione finanziaria e piattaforme online per la gestione dell’investimento.
Dunque, ciò che in soldoni è possibile dedurre, è l’assenza di un’adeguata offerta di servizi finanziari online per rispondere ad una domanda già pronta ad accoglierli.
Attenzione, cari colleghi consulenti, ciò non significa sminuire il nostro operato, ma anzi dargli la giusta diffusione. La promozione quindi della propria professionalità e del proprio personal branding, associata ad un buon utilizzo di piattaforme dedicate, è oggi un must.
Appare chiaro, in conclusione, come il Fintech determinerà un cambio di paradigma nella consulenza finanziaria. Un spinta verso il cambiamento che rende inefficiente la realizzazione del modello di business di domani con la tecnologia di ieri.
“Una macchina può fare il lavoro di cinquanta uomini ordinari, ma nessuna macchina può fare il lavoro di un uomo straordinario.”
Elbert Green Hubbard
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